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Inaugurazione della Pista Ciclabile
Tonda di IFI: la 1° vetrina gelato rotonda e rotante della storia.
 
IFI: Il segno della Tonda by Michele Provinciali. 
BELLEVUE CON TECNOLOGIA PANORAMA di IFI:
Il banco gelateria a pozzetti che diventa una vetrina gelato. Vincitore Premio Compasso d'Oro 2014.

50+ anni di valori

Creata da uomini che hanno affrontato il dopoguerra e l’industrializzazione degli anni ’60 con fatica e olio di gomito, oggi l’azienda opera a livello globale coltivando ancora i valori intorno ai quali è cresciuta. Come un albero che fiorisce e allarga i suoi rami, ma mantiene salde le proprie radici nella terra dove è nato, così IFI ha sempre sentito profondamente la bellezza e il significato di appartenere a questi luoghi fatti di persone, mestieri, cultura, passioni, paesaggi tra mare e colline. Un patrimonio che, con affetto e riconoscenza, ha sempre avvertito la responsabilità di contribuire a salvaguardare e valorizzare.


Il volume “IFI. Cinquant’anni con il nostro territorio”, nato dalla collaborazione con l’istituto ISIA (Istituto Superiore Industrie Artistiche) di Urbino, raccoglie i principi e i valori che hanno ispirato le attività dell’azienda dal 1962. Di seguito, alcuni estratti.

 

SFOGLIA "IFI. Cinquant'anni con il nostro territorio"

Nella mattinata di domenica 22 maggio 2011 è stato inaugurato il percorso ciclopedonale donato da IFI alla città di Pesaro, intitolato a Umberto Cardinali e annunciato il 4 dicembre 2008, in occasione dei festeggiamenti per il centesimo compleanno di Cardinali.

“Cardinali ha vissuto in simbiosi con la bici per quasi un secolo. Ha partecipato a due edizioni del Giro d’Italia, ha fondato la Cicli Adriatica, azienda che ha “scolarizzato” il nostro territorio all’uso della bicicletta, e ha continuato a pedalare fino a quasi cento anni. Il suo grande sogno era una pista che collegasse via mare Pesaro e Gabicce. Cardinali è stato un messaggio positivo, un esempio di come l’impresa possa essere vicina alla sua comunità. Questa nuova pista, in particolare, è accolta molto favorevolmente, basti dire che ha cominciato a essere frequentata molto prima della sua inaugurazione, quando l’asfalto non era ancora stato steso.”

Luca Ceriscioli -  Sindaco di Pesaro dal 2004 al 2014

SFOGLIA "La pista ciclopedonale Umberto Cardinali"

“Siamo nell’epoca del Mercato Globale e della Finanza, e il rapporto fra impresa, lavoro, territorio e società sembra divenuto un argomento fuori moda. Una storia del passato e, quindi, “passata”, superata dagli eventi. Fuori tempo e quasi, oserei dire, fuori luogo. Perché i luoghi dell’economia sono divenuti perlopiù dei non‒luoghi. D’altra parte, dove hanno sede e quale aspetto hanno i Mercati, il FMI, la BCE? E ancora: Standards & Poors, Moody’s, Fitch? […] Persone senza volto, luoghi senza luogo. Così si spiega il crescente potere degli Esperti, nella nostra epoca. I tecnici: conoscono i Mercati, perché ne sono i consulenti e gli esponenti. Godono della Fiducia della Grande Finanza e delle Autorità Monetarie Internazionali (anch’esse “entità senza identità”). […] A Pesaro in particolare, l’impresa è sorta dalla famiglia. È rimasta, perlopiù, “impresa familiare”. E si è sviluppata attraverso aziende in larga misura manifatturiere, che producono beni destinati all’esportazione, ma anche al mercato interno. Spesso collegate da reti di relazioni informali. Legami di conoscenza e di fiducia, che associano lavoratori, artigiani e imprenditori di aziende di piccola e, talora, media dimensione. […] Il lavoro: è un riferimento condiviso. È garanzia di reddito, risorsa di vita, per le persone e le famiglie. Ma anche fonte di identità e di legittimazione. Un valore. Il rapporto fra impresa e società locale, spesso, si è cementato attraverso i rapporti personali. Supera le tradizionali distinzioni di classe e di ceto. Imprenditori e lavoratori, infatti, si conoscono e si frequentano fuori dal luogo di lavoro. I dipendenti, d’altronde, mirano ‒e, talora, riescono‒ a divenire, a loro volta, in‒dipendenti.”

Ilvo Diamanti - politologo, docente all’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, firma del quotidiano La Repubblica

"Con la fine dei Sessanta alla Ifi decidono che il tempo degli allenamenti è alle spalle e che ci si può iscrivere al campionato italiano. Ma vogliono sin da subito lottare per lo scudetto, mica vivacchiare nella parte bassa della classifica, facendo penare i tifosi sino all’ultima giornata per sfangarla in zona Cesarini e non retrocedere. Ambizioni ben riposte perché hanno messo a punto in casa una tattica vincente fondata sull’idea dell’arredo industriale su misura per adattarsi alle esigenze diverse dei clienti. In effetti è l’uovo di Colombo per vincere lo scudetto. Solo che prima di Colombo nessuno aveva pensato a come risolvere l’annosa questione dell’uovo. Quindi, sulla base dello stesso principio, chiameremo questa ricetta l’uovo dell’Ifi. Visto che, è noto, l’appetito vien mangiando, una volta conquistato lo scudetto alla Ifi provano a puntare più in alto, ad andare in Coppa Campioni, che poi sarebbe l’attuale Champions League senza le partite a pagamento in televisione. Partono di corsa grazie a un’idea che fa boom e sbarella i concorrenti: il banco‒bar componibile. […] È poi possibile che Ifi non prepari l’abito che si conviene alla solenne circostanza per il passaggio di secolo? Ovvio che no. ≪Un contributino per celebrare la ricorrenza forse possiamo darlo anche noi≫, dice sommesso Tonti. ≪Ne sono convinto≫, conferma Testaguzzi. Il punto di partenza del loro ragionamento è la certezza che siamo immersi in quella “condizione postmoderna” di cui hanno discusso a lungo con il filosofo francese Jean Francois Lyotard. Che poi vuol dire che le vecchie regole contano meno, che l’immateriale e l’immaginario pesano un sacco, che la fantasia è andata al potere come predicavano i rivoluzionari nel lontano Sessantotto. ≪E allora Tonda sia≫, esclamano all’unisono. […] Ma non finisce qui, ovvio. Perché la Ifi non dorme mica sugli allori. Certo, è contenta di ricordare il suo mezzo secolo di vita. Ma ha già in serbo mirabolanti sorprese che nemmeno ve le immaginate per tanti prossimi mezzi secoli.”

Roberto Bertinetti – scrittore e docente di Letteratura Inglese all'Università di Trieste

“Spesso capita, questo è il bello del nostro mestiere, di trovare tra le pieghe del territorio storie di aziende straordinarie. Uso questo verbo non a caso, perché l’Italia è un Paese in cui le eccellenze vanno trovate. Quando veniamo a conoscenza della IFI nel 2008, grazie alla segnalazione di una azienda di Symbola, abbiamo la sensazione sin da subito di trovarci di fronte ad una beginner. […] Chiamiamo in Symbola beginners, letteralmente coloro che iniziano, quelle aziende fortemente orientate alla qualità, in grado di concettualizzare e sviluppare percorsi nuovi, di cambiare le regole della competizione o di sviluppare nuovi settori. La IFI ha inventato dal nulla un settore che non esisteva, quello del mobile da bar industriale, lo ha sviluppato e portato ai massimi livelli qualitativi. Proprio nel momento in cui altre aziende sembrano raggiungerla lancia la Tonda e torna a dettare le regole del gioco nel settore del gelato artigianale. Ambizione, determinazione, passione, condivisione, competenza, coesione aziendale, legame con il territorio, sono gli ingredienti del successo della IFI e che fanno di questa bellissima esperienza un esempio di nuovo made in Italy.”

Domenico Sturabotti – Direttore Symbola

“IFI: una storia italiana. Il design italiano si distingue nel mondo per la sua componente di sfida, che vede uniti progettisti ed imprenditori nella ricerca della qualità, della bellezza, dell’innovazione. […] Realizzare prodotti per l’industria diventa quindi una risposta tecnica ed umanistica insieme, una sorta di rivelazione colta sul mondo che ci circonda, un modo per esprimere la nostra gioia di lavorare con le mani, la mente ed il cuore. C’è in questo processo molto di più di una risposta ad un bisogno commerciale; vi è quasi una necessità di dare espressione alla nostra identità più profonda. Per questo, raccontare la vita di un’azienda o di un particolare prodotto significa raccontare sempre la storia di uomini, che hanno immaginato prima e realizzato poi, delle vere e proprie sfide alle convenzioni. Fare bene, produrre bene diventano un mestiere ma restano un piacere e un vanto nell’esecuzione per l’operaio, il progettista, l’imprenditore. C’è un amore per la corretta realizzazione e per la cura del dettaglio che va al di là della necessità di produrre per arrivare a rappresentarci secondo le nostre migliori propensioni.”

Luisa Bocchietto – Presidente ADI dal 2008 al 2014

“La Collezione Farnesina Design nasce come promozione delle eccellenze del design made in Italy, un approfondimento culturale sul know how delle aziende della penisola e sulla comunicazione delle loro peculiarità all’estero. Naturalmente, non poteva mancare all’appello l’azienda IFI che con la sua ricerca nella progettazione, nella funzionalità e nell’estetica degli oggetti è da sempre un punto di riferimento illustre per la discussione intorno al design. […]” Io come curatore, insieme al comitato scientifico, sono rimasta irrimediabilmente colpita dall’eleganza e dalla poesia che un oggetto d’avanguardia come Tonda ha da subito saputo comunicare attraverso le sue linee ricercate, e sono stata convinta sin dal primo momento che sarebbe dovuta diventare, insieme alle altre aziende selezionate per la Collezione Farnesina Design, il portabandiera di quella peculiarità creativa profonda che è tipica della storia e della cultura italiana.

Renza Fornaroli - curatrice Collezione Farnesina Design

“[…] ISIA di Urbino cresce e diventa una realtà complessa, una comunità unica, sempre più idealmente vicina alle esigenze del sociale. Tutto questo potrà continuare a svilupparsi unicamente con una più intensa interazione con il territorio, le sue strutture pubbliche e le sue aziende. Appare comunque molto difficile far coincidere le necessità della formazione con le urgenze della produzione. Una grande attenzione spetta alle aziende che, pur all’interno di loro esigenze, devono agire nel rispetto di tutto quello che rappresenta la formazione. Analisi, ricerca, metodologia, attenzioni che fanno parte del progetto e che, se lasciate libere, possono produrre del nuovo, una visione reale, non condizionata dagli affanni quotidiani. Ecco, credo che questa attenzione da parte di IFI ci sia stata, ed ha permesso agli studenti che vi hanno lavorato di esprimere al meglio il loro percorso progettuale e nello stesso tempo di rispondere in maniera corretta alle esigenze richieste.”

Roberto Pieracini - graphic designer, Direttore ISIA Urbino